lunedì 12 marzo 2012

La critica di Maria Gabriella Ciaffarini


                           
                                              Relazione

                                    “IMMAGINI DAI SOGNI”

L’arte di Carla Cerbaso parla il linguaggio dei sogni, ed è un linguaggio chiaro, speculare, all’interno del quale l’osservatore può riconoscersi e instaurare una comunicazione calda che viaggia sulla strada delle emozioni e dei ricordi.

Carla Cerbaso presenta qui la sua prima mostra, ma le sue opere attestano una competenza espressiva che lasciano presagire sviluppi davvero interessanti, sia per l’originalità dell’espressione e dei temi sviluppati, sia per i rimandi culturali mai ostentati anzi rielaborati in chiave personalissima.

La tecnica pittorica è anch’essa cristallina, basata su scelte estetiche decise ed inequivocabili: la presenza del blu e del giallo stesi sulla tela in nuances caratteristiche, creano le suggestioni ed il fascino dei racconti onirici che si dipanano sulla tela secondo le stesse modalità della memoria.

Piani multipli si susseguono, si intersecano e si integrano con libertà, con una logica interna che è propria dello sfumare delle emozioni le une nelle e sulle altre.

L’opera è quindi una finestra metaforica che apre all’osservatore il mondo dei ricordi e della fantasia dell’artista e al tempo stesso riesce a mettere in moto un meccanismo analogo nell’interiorità dell’osservatore.

Di fronte alle opere della Cerbaso si è chiamati quindi ad un’esperienza  attiva di fruizione, ad un processo che comporta il fiducioso abbandono al nostro stadio onirico, da queste opere siamo invitati ed accompagnati a dipanare il racconto del nostro vissuto, dei nostri sogni e dei nostri ricordi.

L’espressione della pittrice è squisitamente femminile, ma questo non è certo un disvalore, anzi arricchisce di portati valoriali estetici e narrativi i quadri. Il mondo della femminilità si presenta sincero in tutta la sua complessità e ricchezza e si propone alla comprensione ed all’esplorazione dell’osservatore al quale chiede
Un aspetto interessante che non passa certo inosservato è il richiamo al mondo del mito e delle fiabe: di fronte ad alcune
opere, il ciclo delle stagioni ad esempio, sembra di assistere e di essere immersi davvero in un mondo fiabesco le cui illustrazioni rimandano alla tradizione russa, per la ieraticità delle figure e la pesantezza lussuosa dei broccati degli abiti rappresentati, ma anche ai miti della religione ctonia tipica della solarità fatalista del solo un’empatia intelligente per essere pienamente ascoltata e compresa. Mediterraneo greco.

Nelle immagini non mancano però delle suggestioni nordiche, fate e spiriti delle saghe sassoni o celtiche, e questo completa il quadro dell’originale sintesi culturale dell’artista.

E’ necessario evidenziare un altro aspetto significativo dei quadri di Carla Cerbaso: alludo all’intento decorativo di alcuni pannelli caratterizzati da un’eleganza raffinata e moderna che trattano il concetto di funzionale e dell’arredamento in una chiave intelligente e  creativa: come a dire che la bellezza interiore del mondo femminile deve avere una proiezione all’esterno, nel nido nell’intorno spaziale e oggettuale che circonda gli affetti e i gesti della calda quotidianità.

Per troppo tempo il concetto di decorativismo è stato relegato ad una produzione artistica di secondo piano e spesso è stato collegato ad un manierismo estenuato, segnale inequivocabile di decadenza, di affievolimento della potenza dell’ispirazione: nel caso dell’opera di Cerbaso la decorazione è invece il pretesto per ribadire il valore del Bello in tutti i suoi aspetti ed espressioni, come a dire che in ogni angolo l’Arte ci riserva la sorpresa ed il dono della Bellezza serenatrice, certo, ma anche stimolante e addirittura inquietante perché ci spinge a scandagliare profondità di noi stessi, lati della nostra anima, dei nostri sogni, della nostra memoria, e spesso questa operazione è complessa se non addirittura dolorosa; altre volte il recupero del sogno ci permette di riappropriarci di talenti espressivi e di illuminazioni sul senso della vita che fanno dei gesti semplici degli affetti, della quotidianità metafore preziose e profonde.

                                                                                                                  

                                                                       Maria Gabriella Ciaffarini 

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