Relazione
“IMMAGINI DAI SOGNI”
L’arte di Carla Cerbaso
parla il linguaggio dei sogni, ed è un linguaggio chiaro, speculare,
all’interno del quale l’osservatore può riconoscersi e instaurare una
comunicazione calda che viaggia sulla strada delle emozioni e dei ricordi.
Carla Cerbaso presenta qui
la sua prima mostra, ma le sue opere attestano una competenza espressiva che
lasciano presagire sviluppi davvero interessanti, sia per l’originalità
dell’espressione e dei temi sviluppati, sia per i rimandi culturali mai
ostentati anzi rielaborati in chiave personalissima.
La tecnica pittorica è
anch’essa cristallina, basata su scelte estetiche decise ed inequivocabili: la
presenza del blu e del giallo stesi sulla tela in nuances caratteristiche,
creano le suggestioni ed il fascino dei racconti onirici che si dipanano sulla
tela secondo le stesse modalità della memoria.
Piani multipli si
susseguono, si intersecano e si integrano con libertà, con una logica interna
che è propria dello sfumare delle emozioni le une nelle e sulle altre.
L’opera è quindi una
finestra metaforica che apre all’osservatore il mondo dei ricordi e della
fantasia dell’artista e al tempo stesso riesce a mettere in moto un meccanismo
analogo nell’interiorità dell’osservatore.
Di fronte alle opere della
Cerbaso si è chiamati quindi ad un’esperienza attiva di fruizione, ad un processo che
comporta il fiducioso abbandono al nostro stadio onirico, da queste opere siamo
invitati ed accompagnati a dipanare il racconto del nostro vissuto, dei nostri
sogni e dei nostri ricordi.
L’espressione della
pittrice è squisitamente femminile, ma questo non è certo un disvalore, anzi
arricchisce di portati valoriali estetici e narrativi i quadri. Il mondo della
femminilità si presenta sincero in tutta la sua complessità e ricchezza e si
propone alla comprensione ed all’esplorazione dell’osservatore al quale chiede
Un aspetto interessante
che non passa certo inosservato è il richiamo al mondo del mito e delle fiabe:
di fronte ad alcune
opere, il ciclo delle
stagioni ad esempio, sembra di assistere e di essere immersi davvero in un
mondo fiabesco le cui illustrazioni rimandano alla tradizione russa, per la
ieraticità delle figure e la pesantezza lussuosa dei broccati degli abiti
rappresentati, ma anche ai miti della religione ctonia tipica della solarità
fatalista del solo un’empatia intelligente per essere pienamente ascoltata e
compresa. Mediterraneo greco.
Nelle immagini non mancano
però delle suggestioni nordiche, fate e spiriti delle saghe sassoni o celtiche,
e questo completa il quadro dell’originale sintesi culturale dell’artista.
E’ necessario evidenziare
un altro aspetto significativo dei quadri di Carla Cerbaso: alludo all’intento
decorativo di alcuni pannelli caratterizzati da un’eleganza raffinata e moderna
che trattano il concetto di funzionale e dell’arredamento in una chiave
intelligente e creativa: come a dire che
la bellezza interiore del mondo femminile deve avere una proiezione
all’esterno, nel nido nell’intorno spaziale e oggettuale che circonda gli
affetti e i gesti della calda quotidianità.
Per troppo tempo il
concetto di decorativismo è stato relegato ad una produzione artistica di
secondo piano e spesso è stato collegato ad un manierismo estenuato, segnale
inequivocabile di decadenza, di affievolimento della potenza dell’ispirazione:
nel caso dell’opera di Cerbaso la decorazione è invece il pretesto per ribadire
il valore del Bello in tutti i suoi aspetti ed espressioni, come a dire che in
ogni angolo l’Arte ci riserva la sorpresa ed il dono della Bellezza
serenatrice, certo, ma anche stimolante e addirittura inquietante perché ci
spinge a scandagliare profondità di noi stessi, lati della nostra anima, dei
nostri sogni, della nostra memoria, e spesso questa operazione è complessa se
non addirittura dolorosa; altre volte il recupero del sogno ci permette di riappropriarci
di talenti espressivi e di illuminazioni sul senso della vita che fanno dei
gesti semplici degli affetti, della quotidianità metafore preziose e profonde.
Maria Gabriella Ciaffarini
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